Episode Transcript
[00:00:00] Speaker A: Gli studi di genere hanno pervaso ogni ambito del sapere. Molte persone, istituzioni e perfino interi stati continuano a screditarli o addirittura a proibirli. Ma questo li fermerà? Assolutamente no. Io sono Matteo Botto e questo è About Gender, studi d'altro genere. Siamo qui oggi con Cosimo Marco Scarcelli, professore associato presso l'Università di Padova. Ciao Marco, un piacere averti qui con noi oggi.
[00:00:27] Speaker B: Ciao e grazie per il vostro invito.
[00:00:30] Speaker A: Marco, è un pensiero abbastanza comune che le nuove generazioni siano più progressiste, però vorremmo chiederti in che modo e relativamente a quali fenomeni.
[00:00:38] Speaker B: La risposta completa è come al solito dipende. Inquadrai questa cosa dicendo due parole proprio velocissimamente per dire che di ragazzi, ragazzi, ragazzi se ne parla. sempre molto, sono sempre un po' al centro delle attenzioni degli adulti, sono sempre un po' sotto la lente di ingrandimento perché vengono di volta in volta etichettati come devianti o invece appunto progressisti altre volte, le persone che salveranno il mondo così come le persone che invece lo stanno distruggendo, quindi per questo per me è molto interessante appunto lavorare con le ragazze e con i ragazzi e con il ragazzo per capire in realtà cosa davvero sta cambiando perché comunque come sociologi sociologi noi ci occupiamo di mutamento sociale quindi di questo ne ho un po' a porre paciente. Partiamo da appunto gli aspetti positivi. Diciamo che rispetto al passato, per le questioni che toccano il genere, la sessualità, l'intimità, ma non solo, le ragazze e ragazzi sono un po' più aperti nel parlarne, hanno un vocabolario più fornito, conoscono molto più i termini. La battuta che faccio spesso con alcuni amici è, probabilmente se alla nostra età qualcuno ci avesse detto sei cisgender, ci saremmo anche offesi, no? Perché non avremmo detto ma cos'è sta cosa? Ci sta dicendo qualcosa di strano. oggi se entriamo a scuola quando parliamo di questi temi fortunatamente mi viene da dire ragazzi ragazzi hanno questo vocabolario se ne parla c'è un terreno fertile potenzialmente su cui poter lavorare con loro poter dialogare su questi temi questo forse è anche legato in parte agli spazi digitali perché appunto ragazzi ragazzi frequentano questi spazi e anche tra questi spazi acquisiscono alcune informazioni che purtroppo invece ambienti istituzionali ancora fanno fatica a trasmettere. Lo sappiamo bene, l'educazione sessuale in Italia non c'è, quel clima politico non permette di parlarne agilmente a scuola, ma le ragazze e i ragazzi per fortuna usano anche altre risorse per avere questo tipo di informazioni. Quindi a questo punto di vista sicuramente abbiamo un approccio più progressista, sì, un approccio anche aperto a capire le differenze. Ecco, su questo probabilmente molte differenze sono anche valorizzate da una parte le ragazze e i ragazzi, perché ci sono dei gruppi di ragazze e ragazzi che mi sorprendono ogni volta che lavoro con loro, sono veramente molto felice di vedere come siano pronte, pronti, pronte a mettersi in gioco, a cercare di capire, a vedere come le differenze appunto siano anche ricche. Quindi da questo punto di vista la vedrai in modo positivo, ecco. E assieme a queste cose qua ci sono anche dei gruppi, ma ci sono sempre state, sono gruppi di ragazze e ragazzi che si impegnano anche a livello politico, nelle scuole e non solo. Pensiamo a tutti i movimenti anche ambientalisti, cose che sarebbero state un po' inaspettate fino a poco tempo fa, invece sono quelle parti che sono proprio trainate dalle ragazze e ragazze più giovani che riescono invece a portare alcune istanze E a volte devo dire anche a risvegliare o svegliare i propri genitori, perché questo per me è uno degli aspetti appunto anche positivi delle ragazze e ragazze di oggi, che molte volte appunto portano queste istanze e riescono anche in parte a modificare i comportamenti dei genitori, appunto a sensibilizzare i più grandi, anche a scuola appunto a rendersi più protagonisti. Ecco, forse stiamo riuscendo piano piano a uscire da quel ruolo passivo che si è avuto C'è un rapporto verticale anche di potere, chiaramente, trasmessivo, in cui anche a scuola, insomma, i più piccoli dovremmo semplicemente ascoltare i più grandi, punto e basta. Ecco la parte progressista, scusate, e anche questa, no? Voler portare le proprie istanze, volerne parlare, voler discutere, voler mettere in discussione quello che già c'è.
[00:04:09] Speaker A: Quindi Marco, è possibile affermare che le nuove generazioni sono davvero più progressiste, oppure no?
[00:04:15] Speaker B: Premetto che, come forse si sarà intuito nella prima risposta, io sono un po' entusiasta e credo molto nei ragazzi e nei ragazzi, e quindi credo che anche che gli aspetti, che adesso andiamo un po' a elencare, un po' più negativi, siano in gran parte colpa nostra come adulti e adulti. Insomma, volevo fare questa prima premessa perché l'aspetto culturale educativo non è rilevante e quindi è importante sottolinearlo. Grandi passi avanti, grandi passi indietro, no? E' come se a livello, secondo me, così generazionale si spezzasse un po' il ritmo, perché da una parte abbiamo gruppi che sono molto molto avanti, sono appunto molto progressisti, guardano le differenze come dicevamo prima, abbracciano queste differenze, abbracciano la complessità anche, no? Che questa è una cosa per me molto importante che dovremmo insegnare alle ragazze e ai ragazzi.
con ricette molto banali. Dall'altra parte però abbiamo anche chi è molto spaventato da queste cose e da cambiamenti. chi ha anche un po' per ambienti culturali differenti, famiglie che hanno certe visioni, insomma, pochi contatti, perché questa è anche una questione di fortuna, no? Quanto contatto ho con alcune realtà o con persone che mi raccontano delle cose, no? Perché poi, da quello che ho visto, molte ragazze e molti ragazzi che sono un po' più reticenti nell'accettare appunto queste differenze, sono meno inclusivi e quant'altro, spesso non hanno mai trovato, non hanno mai incontrato quelle differenze. Mentre, appunto, in altre realtà dove questi incontri sono stati fatti, si ammorbidisce tutto molto di più e quindi la differenza non diventa una cosa aliena ma diventa una cosa che in quel momento appiccico, passatemi il termine, a quel mio amico o quella mia amica. Però poi riesco anche a generalizzarlo un po'. Detto questo però ci sono appunto delle sacche di resistenza o meglio di rigidità rispetto all'inclusività che da un lato vanno un po' a ripetere la necessità di qualcosa di fisso, questo fa molto parte anche dell'adolescenza, delle persone più giovani che cercano una risposta abbastanza netta, però come dicevo prima, qualcuno riesce a sfumare, qualcun altro no, quindi quando c'è qualcosa che va fuori un po' da quella che è definita la norma, diventa una cosa pericolosa, quindi si ricerca il fatto di tornare indietro, è la cosa che a me Mi dispiace tantissimo quando la sento per esempio in classe, mi è successo un paio di volte, che parlando di persone trans qualcuno ha detto ma cos'è trans, transformers? Questa frase mi è veramente un po' demoralizzato in quel momento. Poi dopo parlandone le cose cambiano. Però ecco, è ripetere questa retorica del c'è qui c'è A o B, non esiste altro. C'è il binarismo, non esiste altro. tutto il resto sono cose di moda. Adesso è così perché lo fai per essere figo e quindi in questi gruppi di persone non c'è la capacità di mettersi le palle negli altri, non c'è la capacità di guardare le differenze e cercare di capire cosa c'è in quelle differenze. Un'altra cosa appunto che si lega sempre a questo è che da un lato sicuramente è la paura e dall'altro lato è legato un po' a una società in cui la performance è sempre in quindi devo sempre performare una parte e anche mantenere quel tipo di espressione identitaria e quindi sia mai che mi dico diverso dagli altri perché dopo magari vengo etichettato anch'io come la persona sbagliata, ma c'è anche tutta una retorica che passa molto spesso anche dal gioco. Molte volte questi atti anche un po' violenti vengono normalizzati incorniciandoli come uno scherzo, un gioco, però sono proprio quei modi, quelle cornici che poi vanno a creare la norma. voglio dire che attraverso giochi, meme, messaggi, gruppi Io creo le cornici della mascherità, della femminilità e non solo, voglio dire anche le questioni legate a lezioni etniche, potremmo allargare molto di più il cerchio. Quindi da quel punto di vista ci sono dei gruppi ancora che fanno forte marcia indietro e questi gruppi qui purtroppo mi sembra che siano anche un po' in crescita, nel senso che, adesso io non ho dati quantitativi, mentre sui lavori più qualitativi che facciamo però questa cosa emerge, fa parte anche di persone che non ci aspettiamo, per esempio ragazzi gay, ragazze, lesbiche, che comunque a loro modo si lamentano di cose che sono troppo progressiste, quasi per dire devo, cioè io sto col gruppo maggioritario, bene o male, diciamo, prima è accettata, quindi il fatto che sia lesbica in classe non destra preoccupazioni, non destra problemi con i miei compagni e i miei compagni, ma se andiamo un po' in là, appunto, persone, per esempio la questione delle persone trans, allora io mi allineo con la maggioranza per evitare di essere escluda da mia moglie. E su questo, molte volte nelle interviste che facciamo, la parola che emerge è, si va bene ma basta che non sia troppo. Si va bene, le persone con le internetti sessuali diversi va bene, ognuno è libero di fare ciò che vuole, basta che non sia troppo. E troppo cos'è? Non bisogna mostrarsi troppo, non bisogna mostrarlo eccessivamente, non bisogna per forza in pubblico mostrare questa cosa qua. E questa è la parte meno progressista, anzi è la parte invece che rimane indietro una serie di discorsi, una serie anche di lotte, una serie di cose fatte in passato, appunto risultando in una propria lotta e con grande sofferenza e dolore, per poi normalizzarle in questa cosa, si può fare ma non deve essere troppo, quindi fallo a casa tua ma non lo devi fare fuori. Questa è la parte che mi preoccupa un po' di più e su cui sicuramente dovremmo lavorare ed è la parte appunto che fa un po' di marcia indietro. E questo riguarda vari aspetti, riguarda sicuramente la questione del genere, ma alcuni dati per esempio ci parlano della sessualità delle ragazze e dei ragazzi, il fatto che ci sia sempre anche attività sessuali sembrano essere in calo, appunto i dati di alcuni medici dicono che si fa meno sesso e quant'altro, ma appunto se ne parla in qualche modo anche meno, cioè si vede di più, se ne può parlare più liberamente, però poi sembra esserci un po' meno curiosità da quel punto di vista, per esempio. E anche lì deve essere tutto quanto un po' nella norma, cioè deve essere fatto in un certo modo perché se no è sbagliato. Quindi anche lì, diciamo così, la parte più progressista che invece stava avanzando, il tipo di liberare anche la sessualità, di liberare le pratiche, di accettare pratiche altre rispetto a quelle a cui si era abituati, nel senso che erano mostrate come normali, ecco, anche qua c'è un po' di ritorno indietro e tutto in una grande cornice, un po' anche romantica in qualche modo, in cui tutta questa normalità richiama una vera essenza dell'amarsi, dello stare insieme, dell'esistere fondamentalmente. E sull'amarsi avremo varie cose da dire potenzialmente, però se vogliamo rimanere sull'aspetto di siamo tornando indietro, per esempio anche la libertà dell'amore, la siamo un po' perdendo, ci sono un po' di dati quanti attivi ce ne sono già anche nelle nostre interviste lo stanno mostrando, ci sono alcune persone per le quali il controllo del partner continua ad essere un'espressione d'amore, per esempio. Quindi qua stiamo facendo le marce indietro, una bella marce indietro rispetto a tutti i discorsi che si erano fatti sulla violenza, sulla violenza di genere e quant'altro e stiamo tornando indietro rispetto a partner che di nuovo sostengono che il controllo continuo dello smartphone o comunque sapere dove va il partner uomo o donna che sia, con orientamenti diversi, qua possiamo parlare in modo molto più ampio, questo diventa una prova d'amore e un fatto di mostrare che si tiene all'altra parte. Quindi anche qui qualche passo indietro lo stiamo facendo. Questa cosa qua forse i giovani adulti invece sono un pochino più avanti, lì si può iniziare a parlare di amore, si parla di relazioni di un altro tipo, si parla di più di consenso, mentre i più giovani questa parola del consenso c'è Cioè perché se ne parla si sa un po' meglio cos'è, lo si affronta però in maniera molto individualista, nel senso che questa cosa non deve colpire a me, non deve togliere libertà a me. Dall'altra parte, però, no, poi si trasforma in una gabbia nel momento in cui, invece, tutte queste grandi parole svaniscono davanti all'amore romantico in cui dobbiamo stare sempre in contatto, il consenso viene meno perché se mi chiedi qualsiasi cosa va via romanticismo, un movimento, diciamo così, abbastanza scomposto nel senso che, appunto, qualche passo avanti, qualche passo indietro. A volte anche ragazzi e ragazze sanno delle cose, le imparano, le dicono, le ripetono, sono molto fermi anche a livello di slogan, la libertà, però poi nelle pratiche quotidiane fanno un passo avanti nella consapevolezza e due passi dietro nelle pratiche.
[00:12:35] Speaker A: Grazie mille davvero Marco per essere stato qui con noi e soprattutto per averci donato il tuo tempo.
[00:12:40] Speaker B: Grazie a voi, grazie davvero anche per l'invito di nuovo.
[00:12:43] Speaker A: E ovviamente grazie mille a tutte le persone che ci hanno ascoltato. Al prossimo episodio. Ciao!