Chi sono le persone non binarie?

Episode 14 August 12, 2025 00:15:29
Chi sono le persone non binarie?
About Gender. Studi d'altro genere
Chi sono le persone non binarie?

Aug 12 2025 | 00:15:29

/

Show Notes

In questo episodio, Mariella Popolla, sociologa presso l’Università di Genova, ci aiuta a comprendere meglio chi sono le persone non binarie e quali sfide affrontano nella società di oggi. 

A partire da una definizione chiara e accessibile, esploriamo il rapporto tra identità non binarie e comunità trans, e riflettiamo su cosa significhi vivere come persona non binaria oggi. 

______ 

About Gender. Studi d’altro genere è un podcast dedicato ai gender studies, con un’attenzione particolare al fenomeno della violenza di genere. 

In ogni episodio, insieme a chi studia questi temi, analizziamo il fenomeno da diversi punti di vista, con l’obiettivo di sensibilizzare e prevenire. Senza semplificazioni e con il supporto della ricerca, perché conoscere è il primo passo per trasformare la realtà. 

Il podcast è ideato, diretto, scritto e prodotto da Matteo Botto all’interno del progetto PRIN GeNoMa Violence. Gender Norms, Masculinities and Violence against Women, coordinato dalla Prof.ssa Luisa Stagi. Inoltre, rientra nel GEP - Gender Equality Plan dell’Università di Genova. 

Il progetto è stato finanziato grazie a NextGenerationEU e al PNRR ItaliaDomani del Ministero dell’Università e della Ricerca. 

Il podcast è patrocinato dal CPO - Comitato Pari Opportunità dell’Università di Genova e da About Gender - International Journal of Gender Studies. 

Musiche: Action of Your Dreams (Rockot); Pluto (EduardBykovets). 

Chapters

View Full Transcript

Episode Transcript

[00:00:00] Speaker A: Gli studi di genere hanno pervaso ogni ambito del sapere. Molte persone, istituzioni e perfino interi stati continuano a screditarli o addirittura a proibirli. Ma questo li fermerà? Assolutamente no. Io sono Matteo Botto e questo è About Gender, studi d'altro genere. Oggi siamo qui con Mariella Popolla, sociologa presso l'Università di Genova che fa anche parte della nostra redazione di About Gender. Ciao Mariella, è un piacere averti qui con noi oggi. [00:00:31] Speaker B: Ciao, è un piacere per me essere qua. [00:00:34] Speaker A: Mariella, potresti dirci chi sono le persone non binarie? [00:00:37] Speaker B: Sì, allora quando usiamo il termine persone non binarie in realtà stiamo utilizzando un termine ombrello, quindi un termine che comprende al suo interno tutto uno spettro di identità che non si conformano diciamo così alla dicotomia tradizionale uomo-donna. Sono persone che dunque non sono strettamente conformi a uno o solo dei due generi, hanno comportamenti, espressioni che in qualche modo sfidano aspettative e norme convenzionali che sono chiaramente associate al genere e al percepito di una persona. L'esperienza, diciamo così, l'identità delle persone non binarie è un'identità in realtà realmente eterogenea, cioè all'interno dell'ombrello, di questo termine ombrello, persona non binaria, abbiamo persone che ad esempio magari rifiutano e vanno oltre il sistema binario di genere, faccio un esempio, le persone genderqueer Abbiamo persone che invece sentono che la propria identità di genere in qualche modo sembra quasi che fluttuino, che flutti fra i due generi, è del caso ad esempio le persone gender fluid, oppure abbiamo ad esempio persone che si identificano parzialmente ma non completamente con uno dei due generi. Ci sono anche persone invece che ad esempio si identificano in un genere aggiuntivo, facciamo un esempio sempre il terzo genere, o che in ogni caso si percepiscono addirittura prive di un'identità di genere come le persone a gender. Ora, mi preme diciamo così sottolineare un aspetto, cioè quando noi tendiamo a dare delle definizioni in qualche modo a noi escludiamo tutti quei soggetti che all'interno di queste definizioni non si sentono a proprio agio. Ecco, quando parliamo di persone non binarie dovremo sempre tenere a mente che si tratta, diciamo così, di un termine ombrello che ha dei confini che sono estremamente fluidi, in cui a seconda del momento, a seconda del periodo storico, a seconda della società che noi stiamo osservando o interrogando, ecco, che questa parola ha assume dei significati peculiari, specifici. Dunque, quando noi cerchiamo un pochino di definire di cosa tratta questo concetto, dobbiamo sempre avere l'accortezza di far sì che non diventi, diciamo così, una definizione che mira a escludere, ma piuttosto una sorta di traccia che ci serve un pochino per orientarci, come una mappa che ci fa orientare all'interno di queste identità di genere che sfidano il binarismo classico. Un'altra cosa che è importante sottolineare è che giustamente, come dicevi tu quando mi hai posto la domanda e quando hai introdotto questa nostra chiacchiera, si sta parlando sempre di più di persone non binarie. Questo è vero, assolutamente, le persone non binarie stanno avendo una visibilità che prima non avevano. Per tanti anni noi non abbiamo sentito parlare di persone non binarie, ma questo è vero soprattutto per le società occidentali, quindi tentando un pochino di costruire anche uno sguardo eurocentrico, comunque occidentale, che tende un pochino a schiacciare e a colonizzare le culture che noi percepiamo altre, va comunque sottolineato che in realtà storicamente esistono delle culture che hanno sempre riconosciuto la possibilità di un genere altro rispetto a quello maschile e femminile. mi vengono in mente i two spirits ad esempio delle popolazioni indigene nordamericane, ma anche mi si perdoni la pronuncia, lì gira in India. Quindi è vero che in qualche modo vi è un aumento esponenziale delle persone che si identificano con un genere non binario, ma è anche vero che quest'aumento esponenziale è soprattutto radicato nel contesto delle società occidentali. L'esistenza stessa di questa categoria va a sfidare in senso più ampio la nostra visione della società. Noi pensiamo che tutta la nostra società, dalle istituzioni, a livello organizzativo, a livello interpersonale, così anche proprio nel rapporto che abbiamo con noi stessi, con noi stessi e con noi stessi, si fonda su questa visione fortemente binaria della società, in cui sembra che non ci sia spazio per tutto ciò che non rientra in questi due poli che noi percepiamo come opposti, mutuamente escludenti, uno che inferiorizza l'altro e via discorrendo. [00:04:45] Speaker A: Grazie mille Mariella per la tua risposta. Invece ci sapresti dire che rapporto c'è tra la comunità non binaria e quella trans? [00:04:52] Speaker B: E questa è una domanda interessantissima. La risposta è già contenuta un po' nella domanda, nel senso che appunto possono, sì possono, ma non necessariamente. Cioè il rapporto tra chi si definisce persona non binaria e chi si definisce persona trans è un rapporto che può essere anche caratterizzato da una certa ambivalenza. Cosa vuol dire questo? Non tutte le persone non binarie si identificano come persone trans. È chiaro che è più semplice sentirsi vicine all'identità trans piuttosto che a un'identità cisgender, ma questo non significa che all'interno dell'ombrello trans si esauriscano tutte le identità che in qualche modo rifiutano il cisgenderismo come visione sul mondo, sull'identità, sul proprio diritto di esistere, sul proprio modo di percepirsi e di riconoscersi. È un rapporto ambivalente per quale ragione? Perché le ricerche ci raccontano che non tutte le persone non binarie si identificano come persone trans per tanti motivi. La prima ragione, ad esempio, è che non necessariamente ci si sente abbastanza trans. I'm not trans enough ci viene raccontato dalle persone non binarie che partecipano alle nostre ricerche. C'è una difficoltà a rivendicare la propria identità come identità trans. Perché? Perché in realtà, come poi noi ci muoviamo nel mondo, E anche la lettura che noi diamo della nostra posizione del mondo varia sulla base di tutta una serie di caratteristiche che sono anche strutturali. Ecco che l'esperienza non binaria non necessariamente corrisponde all'esperienza trans, può corrispondere ma non è detto. Le persone non binarie stanno anche cercando in qualche modo di ritagliarsi un proprio spazio, una propria voce che non vuole in modo assoluto negare l'esperienza trans o riconoscere l'esperienza trans. semplicemente cerca un pochino di posizionarsi all'interno di un movimento che pure è un movimento che può essere molto accogliente nei confronti delle istanze non binarie, ma di ritagliarsi un proprio spazio, una propria voce, riconoscendo che la propria esperienza, le proprie istanze possono divergere da quelle delle persone trans. Moltissimo dipende anche dall'interpretazione che viene data dell'etichetta trans e questo è un altro punto, ora non è questo lo spazio per adentrarci in questa riflessione che è veramente ricchissima. però va sottolineato. Il fatto che ci si riconosca o meno all'interno dell'ombrello trans dipende anche da come noi interpretiamo questo ombrello trans. Spesso la definizione di persona trans porta con sé ancora lo spettro dei processi di medicalizzazione che ancora insistono in modo così forte, così violento sopra le soggettività trans, è uno spettro che può anche spaventare, ma c'è anche un aspetto appunto più affermativo invece del dire riconosciamo l'esistenza, l'importanza, la presenza del movimento trans, ci alleiamo col movimento trans. Il movimento trans è per noi un movimento che ci può, non sempre, non necessariamente, ma ci può accogliere, ma noi abbiamo bisogno del nostro spazio. [00:07:59] Speaker A: Grazie mille Mariella. Invece l'ultima domanda che vorrei farti è anche quella più complicata, ossia com'è che vive una persona non binaria oggi nel 2025 in Italia? [00:08:09] Speaker B: Come vive, ma direi che purtroppo nel contesto di cui mi chiedi non si vive bene, nel senso che le persone non binarie sono persone che subiscono grandi e importanti processi di discriminazione, sono vittime di attacchi violenti, microaggressioni, sono vittime di violenza istituzionale, pensiamo semplicemente che non è previsto né a livello giuridico né a livello burocratico, né a livello amministrativo, un terzo genere. Quindi i documenti stessi in qualche modo gridano e negano un diritto all'esistenza. Per cui questo è il punto di partenza. Se non c'è un riconoscimento dal punto di vista legale, burocratico, amministrativo, che tipo di qualità della vita posso avere? E questo è il primo punto. Le persone non binarie sono soggette a discriminazioni che sono sistemiche, cioè quello che dicevamo un po' prima, l'esistenza delle persone non binarie sfida una struttura sociale, che è una struttura sociale di genere, un ordine di genere che è intessuto in qualsiasi ambito dell'esistenza. Capiamo bene che quindi l'esistenza di una persona non binaria è un'esistenza che in questo momento è condannata a una qualità di vita sicuramente inferiore rispetto alle persone cisgender ad esempio. Pensiamo semplicemente alla suddivisione degli spazi, il grande tema fortemente dibattuto dei bagni, degli spogliatoi quando si fa sport, della suddivisione per categorie femminile e maschile sempre all'interno degli sport, cioè le persone non binarie si muovono all'interno di una società e di un mondo che semplicemente non le prevede. C'è poi un aspetto che è un aspetto effettivamente centrale. In paesi che hanno una struttura linguistica fortemente binaria, come il caso dell'Italia e dell'italiano, c'è una forma di disconoscimento costante, quotidiana, che è quella proprio legata a un linguaggio che non prevede che ci siano delle sfumature tra il maschile e il femminile. Per questo che ad esempio è sempre importante chiedere quando si incontra una persona con quale pronome posso rivolgermi a te? Qual è il pronome da utilizzare quando parlo con te e di te? E effettivamente questo pone diverse questioni, però immaginiamo che appunto se nella lingua non esistiamo è difficile esistere al di fuori della lingua, no? Nel caso italiano questo è praticamente vero, ci sono lingue che hanno un approccio più neutrale, meno genderdizzato, come può essere anche ad esempio semplicemente l'inglese, ci sono lingue in cui è più complesso vedersi riconosciute appunto dal punto di vista banalmente linguistico. In Italia ci sono, lo sappiamo bene, dei tentativi di rendere la lingua più inclusiva, il linguaggio più inclusivo, in Spagna ci sono. Ma immaginiamoci che così, a meno che una persona non sia particolarmente sensibile o formata sul tema, di default anche la lingua rappresenta una forma di esclusione e di violenza che le persone non binarie devono subire nella propria quotidianità. Questo significa non avere accesso o avere molta difficoltà ad esempio a ritagliarsi uno spazio all'interno solo per fare un esempio delle organizzazioni lavorative. Pensiamo alla difficoltà ad esempio di fare un colloquio di lavoro, pensiamo alle micro aggressioni quotidiane, ma pensiamo anche ad esempio a tutto quello che può significare rivolgersi e cercare delle cure sanitarie in un sistema che non prevede l'esistenza di persone non binarie. Un'altra questione che ad esempio è abbastanza rivelativa della situazione è il fatto che le statistiche non esistono sulle persone non binarie, non abbiamo statistiche specifiche sulle persone non binarie. Negli ultimi anni stiamo iniziando ad avere delle statistiche sulle persone trans e non binarie. Ma appunto, come dicevamo prima, non tutte le persone binarie si identificano come persone trans e le istanze possono essere anche molto diverse, no? Si fa alleanza, si procede sulla stessa strada, ma poi ci sono istanze che possono essere diverse. Ecco, c'è appunto tutto un sistema che nega l'esistenza delle persone non binarie. Abbiamo detto il quadro legislativo, burocratico-amministrativo, l'assenza dei documenti, andare a votare, andare appunto nello spogliatoio di una palestra, andare in bagno in autogrill, cioè quotidianamente questi sono tutti fattori di stress che investono quotidianamente le persone non binarie. Ora noi non vogliamo sposare in alcun modo processi di vittimizzazione che neghino ai soggetti agentività, tuttavia dobbiamo assolutamente denunciare un sistema che opprime le persone non binarie, che nega l'esistenza delle persone non binarie, che rende veramente difficoltosa la pratica quotidiana di esistere. Quindi non pensiamo solo alle grandi questioni, non pensiamo solo agli immaginari che adesso chiaramente per fortuna si stanno diversificando, non pensiamo solo agli esempi di persone non binarie che magari non raggiungono dei ruoli apicali all'interno delle organizzazioni, ma pensiamo proprio a quella micro quotidianità che poi va a definire il benessere. o meno di un'esistenza, ecco che le persone non binarie a partire dal misgendering, dall'invalidazione dell'identità, dal dover anche affrontare l'onere di educare costantemente le altre persone a cosa sia e cosa significa essere una persona non binaria, la richiesta continua e costante del coming out all'interno della cerchia familiare, all'interno della cerchia amicale, ecco che insomma Non è diciamo così un contesto in cui le persone non binarie trovano facilmente uno spazio per sé, per il proprio benessere. Ancora pensiamo all'abbigliamento ad esempio, perché noi chiaramente immaginiamo le persone non binarie come persone già adulte, ma se pensiamo ad esempio ai bambini e alle bambine, ci spostiamo, abbassiamo un pochino la fascia d'età. l'ingresso a scuola, la divisione per file maschietti e femminucce all'interno ad esempio degli istituti scolastici, ecco che tutto grida per le persone non binarie, non c'è spazio per te, qui non ci sei. Attenzione però che questo non significa che la voce non si levi, è importante riconoscere invece i progressi che sono stati fatti. il fatto che ci sia una comunità di persone non binarie sempre più attiva, che riesce appunto a stringere alleanze, che riesce a portare avanti le proprie stanze e anche che crea uno spazio sicuro. Ecco, una persona che aveva partecipato alla nostra ricerca sulle persone non binarie aveva definito così l'essere una persona non binaria. Quando noi abbiamo detto cos'è per te, usando un termine un po' scomodo, il non binarismo, questa persona ci ha risposto per me è E' uno spazio sicuro, ecco che quindi è giusto e dobbiamo ed è doveroso sottolineare la violenza sistemica quotidiana, interrelazionale, organizzativa che subiscono le persone non binarie, ma è anche giusto dall'altra parte riconoscere invece la gentilità che la comunità non binaria sta mettendo in atto per forzare questi confini di genere. [00:15:13] Speaker A: Grazie mille davvero Mariella per tutto quello che ci hai detto e soprattutto grazie mille per averci donato il tuo tempo. grazie a voi e ovviamente grazie mille a tutte le persone che ci hanno ascoltato al prossimo episodio ciao.

Other Episodes

Episode 17

September 03, 2025 00:11:44
Episode Cover

Come si è evoluta la paternità?

Come si è evoluta la paternità? Con Maddalena Cannito, ricercatrice presso l’Università di Torino, esploriamo i cambiamenti sociali e culturali che hanno trasformato il...

Listen

Episode 3

May 28, 2025 00:14:03
Episode Cover

Che cos’è l’identità di genere?

In questo episodio di About Gender. Studi d’altro genere, la Dott.ssa Marianna Coppola, Ricercatrice di Sociologia dei processi culturali e comunicativi presso Università Giustino...

Listen

Episode 16

August 26, 2025 00:14:09
Episode Cover

Come influisce il genere nei processi migratori?

In questo episodio, la sociologa e sindacalista Maryuri González Acosta ci parla di violenza di genere lungo le traiettorie migratorie, delle condizioni di sfruttamento...

Listen